La Gatta – di G. Pascoli
Era una gatta, assai trita, e non era
d’alcuno, e, vecchia, aveva un suo gattino.
Ora, una notte, (su per il camino
s’ingolfava e rombava la bufera)
trassemi all’uscio il suon d’una preghiera,
e lei vidi e il suo figlio a lei vicino.
Mi spinse ella, in un dolce atto, il meschino
tra’ piedi; e sparve nella notte nera.
Che notte nera, piena di dolore!
Pianti e singulti e risa pazze e tetri
urli portava dai deserti il vento.
E la pioggia cadea, vasto fragore,
sferzando i muri e scoppiettando ai vetri.
Facea le fusa il piccolo, contento.
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E’ una poesia bellissima: ti sembra giusto rovinarla così?
Potresti provare ad ascoltare la lettura di Paolo Carlini e almeno farti un’idea di come si legge una poesia?
Potresti almeno leggerla senza errori?
Mi dispiace, ma veramente sembra che tu stia leggendo l’elenco telefonico.
E’ proprio necessario fare una cosa che non si SA fare?